Formazione a Druento

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Category : Formazione

Si è svolta nella giornata di sabato 17 marzo 2019, presso la Casa di Spiritualità “Mater Unitatis” di Druento (TO) la Giornata Formativa per le Sorelle fino al 35° anno di Professione religiosa.

La giornata ha visto il suo avvio con la Santa Messa e a seguire la relazione di don Roberto Repole, Sacerdote e Teologo della Diocesi di Torino, sul tema della Santità in riferimento alla Esortazione Apostolica di Papa Francesco “Gaudete ed Exultate”.

“La chiamata alla santità non rientra nello straordinario della vita cristiana, ma è la chiamata dei cristiani in quanto tali, secondo le modalità di ciascuno. I modi e le forme in cui si vive questo cammino sono diversi quanti sono i singoli cristiani/e e non in riferimento agli stati di vita: religioso, laicale, clericale”.

Don Repole, ha cercato di approfondire il tema dell’incontro a partire da una visione ecclesiale della Chiesa come Mistero all’interno della quale è possibile capire la bellezza della chiamata alla santità.

“La Chiesa è mistero non perché è qualcosa che non si può capire con la nostra ragione o qualcosa che per ora non possiamo capire. Per la Scrittura, mistero è il disegno e il progetto eterno di Dio di salvare l’umanità. In questo senso si può dire che il mistero per eccellenza è Gesù Cristo: poiché è in Lui che Dio salva l’umanità e il mondo. La Chiesa è mistero in quanto è frutto dell’azione di Gesù, è legata a Lui e Lo trasmette nel mondo”.

La Parola Mistero ha poi diverse accezioni e sfumature:

“La Chiesa è mistero in quanto è pensata prima della creazione del mondo stesso; ed è destinata a vivere oltre la fine del mondo. Da questo punto di vista si può dire che essa coincide con il Regno di Dio, con il grande progetto di Dio di uomini e donne in piena comunione con Lui e tra di loro”.

“La Chiesa è mistero perché, con le bellezze e i limiti che sono sotto i nostri occhi, con le sue  pagine di storia di santità e altre segnate dal peccato…questa Chiesa concreta è tale perché è abitata da Dio. Dallo Spirito Santo, che unisce e distingue i credenti tra di loro; dal Figlio, che sempre le dà forma; dal Padre, che guida verso un destino che riguarda, non solo i cristiani, ma tutta l’umanità”.

Durante la seconda parte della mattinata don Repole ha affrontato il tema della Chiesa, popolo di Dio.

“La Chiesa è mistero che si realizza nella storia: e in quanto tale è il popolo di Dio definitivamente radunato da Cristo e in Cristo”.

Ma tutto questo discorso fa sorgere un interrogativo: “A che serve la Chiesa?”.

“Per rispondere bisogna guardare al grande “sogno di Dio” che è quello della piena comunione degli uomini tra di loro e con Dio stesso. Questo sogno ha inizio dal piccolo, con la elezione di qualcuno che liberamente aderisca a Dio e a questo progetto che, pur nella sua piccolezza, ha già in sé una prospettiva universale”.

Don Repole, a questo punto, ha parlato di Chiesa come “sacramento, cioè come segno del destino di salvezza che riguarda tutti gli uomini e come strumento attraverso cui Dio continua a salvare tutta l’umanità” Questa salvezza è la definitiva comunione degli uomini con Dio e in forza di ciò, della comunione degli uomini tra di loro”.

Il nostro Relatore ha messo in guardia da un possibile errore in cui possiamo cadere e precisamente quello di pensare che la salvezza sia per pochi.

“Non soltanto quelli che fanno parte della Chiesa si salvano; ma tutti quelli che si salvano, si salvano in relazione e per la mediazione della Chiesa. Dio concede a tutti di essere messi in rapporto con Cristo che salva”. L’identità profonda della Chiesa è il corpo di Cristo animato, vivificato dalla presenza dello Spirito Santo; è una identità relativa, cioè in relazione a Gesù. Non si può parlare di Chiesa senza parlare di Cristo che le dà forma”.

“La Chiesa è la fraternità di coloro che appartengono a Gesù Cristo, di coloro che credono in Lui, l’unigenito che si è fatto il primo dei nostri fratelli. Ciò che ci accomuna è fondamentale rispetto alle diversità. Tutti siamo fratelli in Cristo. Prima ancora di qualunque ruolo e compito specifico nella Chiesa, abbiamo tutti la stessa dignità e corresponsabilità nella missione della Chiesa”.

Con il battesimo tutti quanti siamo “sacerdoti, re e profeti” e se è vero che tutti siamo uniti dalla appartenenza al popolo di Dio è anche vero che questa unità implica delle diversità.

“Perché nella Chiesa esistono i ministeri ordinati? Per richiamare simbolicamente a tutti che noi non saremmo credenti se non fossimo fedeli a quel Cristo Gesù incarnato, morto e risorto 2000 anni fa. Essi sono il segno della stabilità della Chiesa, ovvero che la Chiesa è radicata in quel Gesù che hanno conosciuto gli apostoli.

Perché nella Chiesa esistono i laici? Essi richiamano simbolicamente a tutti noi che non saremmo Chiesa se non fossimo in dialogo profondo col Cristo risorto che attraverso di noi, in noi, con noi continua ad abitare le realtà di questo mondo e a trasfigurarla.

E perché c’è la vita religiosa? Per richiamare a tutta la Chiesa che noi non saremmo Chiesa se non fossimo in continua attesa della venuta ultima di Gesù Cristo. I religiosi ci sono per ricordare a tutti che, tutti, siamo in cammino verso la venuta ultima e definitiva di Gesù, siamo in attesa.

A conclusione del proprio intervento, don Repole ha voluto sottolineare come “Ciascun cristiano, nella sua particolare vocazione, è chiamato ad assumere la forma di Cristo attraverso il cammino della carità che è via alla santità; è chiamato a lasciarsi fare, plasmare dallo Spirito per assumere la forma di Cristo che si è donato al Padre e a noi. Così anche la nostra vita ha questa duplice direzione: l’amore a Dio e ai fratelli”. Una giornata intensa nella quale non sono mancati momenti di fraternità e di distensione che hanno rafforzato il vincolo fraterno tra noi Sorelle. Deo gratias!


Frase del Santo

Anche i piccoli hanno diritto alla loro piccola reputazione