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La Pastorale nella Piccola Casa

“Passi concreti per un cammino di progettazione”.

È questo il tema del Corso di approfondimento per i referenti per la pastorale e loro collaboratori nelle case cottolenghine tenutosi nei giorni di venerdì 29 e sabato 30 marzo 2019 presso la sala “Beato don Paleari” del Seminario della Piccola Casa di Torino.

La dimensione pastorale, nelle realtà cottolenghine, ha sempre avuto un significato e uno spazio privilegiato, ma nel contesto attuale e per i mutamenti socio-culturali in atto, non può essere data per scontata. Padre Carmine, nell’introdurre i lavori delle due giornate, ha ribadito che la Pastorale deve essere sempre più a servizio del senso della vita della persona e quindi degli anziani, dei poveri che ospitiamo e accostiamo nelle molteplici realtà carismatiche cottolenghine.

La nostra Mission ha una parola da dire all’uomo d’oggi proprio perché, come ebbe a dire Papa Francesco il 21 giugno 2015, “la Piccola Casa non è opera di filantropia, ma di Vangelo”.

Due le relazioni, complementari tra loro, che hanno caratterizzato le due giornate di riflessione e a seguito delle quali è stato possibile lavorare, poi, a piccoli gruppi. La prima relazione è stata tenuta dalla dott.ssa Simonetta Magari – Direttore Sanitario del Centro di Riabilitazione “S. Giuseppe” Opera don Guanella di Roma che ha parlato sul tema della “Qualità della vita e cura pastorale della persona con disabilità”.

A partire dalla propria competenza professionale e dal proprio vissuto lavorativo – esperienziale, la Relatrice ha evidenziato l’importanza che ha, non solo nella dimensione clinica, ma anche in quella pastorale, il partire dalla centralità della persona e il costruire ed intessere con essa una relazione significativa.

Perchè un Progetto pastorale non sia avulso dalla realtà, ma risponda ai reali bisogni esistenziali e, quindi, di senso, è importante che rispetti i percorsi di vita di ogni singola persona a cui è rivolta la nostra azione di cura integrale, la propria individualità, i propri tempi perché ciascuno si senta accolto, amato, rispettato e compreso nella propria unicità e rispettato nelle proprie capacità.

Don Paolo Boggio, Direttore dell’Ufficio Pastorale cottolenghino, nella sua relazione ha affrontato nello specifico i passi concreti da attuare per avviare un cammino di progettazione pastorale nelle diverse Case cottolenghine.


17 gennaio 1828 – La Volta Rossa

Nuovamente il canto del Te Deum è risuonato nella Chiesa grande della Piccola Casa per rendere grazie al Signore di tutte le meraviglie compiute da quel giorno per tutta la famiglia cottolenghina.

Riflessione di Padre Carmine. Scarica audio.

 

I primi due malati accolti al Deposito della Volta Rossa

“Il buon Canonico intanto era tutto in faccende nel preparare questa stanza, nell’aggiustare quell’altra… in quell’anno 1828 il giorno 17 gennaio, …potè con sommo giubilo introdurre nelle stanze allestite la prima ammalata… Margherita… a questa aggiunse il Servo di Dio un bel nome, e la volle sempre chiamata: Pietra fondamentale del deposito. Poco tempo dopo raccolse un altro infermo; da due venne a quattro, da quattro a otto, e sempre aumentò…” (da Vita di San G.B. Cottolengo di P. Gastaldi)

Il 17 gennaio 1828 il can. Cottolengo, aperta una piccola infermeria in via Palazzo di città, n.19, nel cortile detto della “Volta Rossa”, accoglieva i primi due ammalati: Dana Giuseppe e Andrà Margherita, dando inizio ad una vasta opera di carità.

 


Frase del Santo

Anche i piccoli hanno diritto alla loro piccola reputazione