Dopo la presentazione del libro “Beata suor Maria Carola Cecchin”, il secondo appuntamento si è tenuto martedì 4 ottobre alle ore 21 presso l’Arsenale della Pace del Sermig a Torino (piazza Borgo Dora 61) con una Veglia di preghiera sul tema “Farsi tutto a tutti” organizzata dalla Congregazione Suore di S.G.B. Cottolengo e la Piccola Casa della Divina Provvidenza con il Sermig e la Comunità di Sant’Egidio.
La Veglia è stata trasmessa in diretta streaming:
Di seguito ampia foto gallery della Veglia a cura di Andrea Pellegrini – Ufficio Stampa Piccola Casa:
Fraternità, piccolezza, dono, cura, vita, casa e Divina Provvidenza
vogliono essere le parole chiave del percorso proposto dall’equipe di
Pastorale giovanile della Piccola Casa della Divina Provvidenza –
Cottolengo di Torino – nel nuovo anno pastorale 2021-2022.
Traendo
spunto da un’opera celebre quale è il Signore degli Anelli di Tolkien,
la Piccola Casa desidera proporre ai giovani un cammino di fede e
discernimento non in solitaria, ma come fraternità alla luce della
Parola di Dio e della spiritualità cottolenghina per riconoscere il
proprio ruolo in questo tempo che ci è dato che è questo e non un altro.
Gli incontri sono aperti a tutti i giovani tra i 18 e 35 anni, simpatizzanti o meno del genere fantasy; si svolgeranno una domenica al mese a partire dal 17 ottobre dalle 17 alle 19 presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino (via Cottolengo 14), ma é prevista anche la modalità online richiedendo il link via mail.
Dal 31 agosto al 5 settembre le sorelle di Casa Formazione della Piccola Casa e dei monasteri cottolenghini di San Giuseppe, del Preziosissimo Sangue e del Sacro Cuore si sono ritrovate nella casa di Celle Ligure per una tappa del percorso formativo comune.
Il ritornello di un tormentone estivo ormai datato, il cantatissimo “Dammi tre parole: sole cuore amore”, potrebbe riassumere la bellezza della semplicità sperimentata a Celle Ligure nella settimana biblica dedicata alle sorelle cottolenghine in formazione: sole, come quello che rischiarava le nostre giornate e come il calore dell’amicizia; cuore, come spazio di accoglienza gioiosa in un clima di famiglia e come filigrana delle relazioni tra di noi; amore, come passione per la Parola di Dio, in particolare il Vangelo secondo Marco, sapientemente analizzato per noi da don Claudio Doglio.
Amore
Partiamo da quest’ultimo punto: grazie al prof. Doglio, il Vangelo secondo Marco si è svelato in una forma più completa, ha mostrato le sue sfumature, le somiglianze e le diversità che lo caratterizzano e lo assimilano all’espressione quadriforme della Buona Notizia. Non è scontato avere l’occasione di sentire spiegata la Scrittura in modo così articolato e a tutto tondo, e allo stesso tempo in modo tanto appassionato e profondamente vero. Certo è che d’ora in poi non leggeremo più i Sinottici come prima, intuendo ormai quale inimitabile lavoro dello Spirito Santo e dell’uomo li preceda: chissà che non siamo state contagiate dal fuoco d’amore che fa gustare la Parola di Dio!
Sole
Prima di sviscerare il cuore della settimana biblica, annotiamo con gratitudine che abbiamo potuto, per la bontà della Divina Provvidenza, immergerci nelle bellezze del creato, oltre che nello studio. I pomeriggi, infatti, erano riservati alla distensione e al riposo, con la possibilità di scegliere tra una passeggiata sulla collina o una discesa in spiaggia. Il tempo è stato clemente e abbiamo potuto godere del sole e del mare.
Cuore
Affascinanti e arricchenti le lezioni, meraviglioso il contesto, ma ciò che ha reso unicamente nuovi i giorni trascorsi a Celle è stato il cuore, l’essenza dell’incontro tra due realtà fortemente desiderate dal nostro santo (il ramo apostolico e il ramo contemplativo) in un gioioso clima di famiglia e di calorosa accoglienza da parte delle sorelle della casa (a loro il più sincero Deo gratias!). Ciò ha permesso a noi giovani virgulti della Piccola Casa di riconoscere le une nelle altre una complementarietà che ci era stata raccontata, forse, ma che non tutte avevano ancora potuto osservare in prima persona.
Ognuna aveva il suo zaino sulle spalle, ma la Bellezza è
stata quella di potersi fermare, sedere una a fianco all’altra guardando il
mare e raccontare ciò che c’era nello
zaino. La Ricchezza della relazione è stata la colonna sonora delle nostre
giornate, lo scoprire che l’appartenere alla stessa Congregazione significa
riconoscere che in ogni pezzetto di Piccola Casa c’è qualcuno che è disposto a
fermarsi con me per guardare insieme come costruire quel Sogno di Bellezza che
Dio ha per il mondo. Ciò è possibile soltanto se ognuno condivide il pezzetto
che è stato posto nel suo cuore.
Dopo i mesi destabilizzanti dell’allerta COVID, non poteva
mancare una condivisione tra ramo apostolico e ramo contemplativo sull’ultimo
periodo. Si è rivelato significativo che le sorelle di vita apostolica,
trovatesi a combattere in prima linea o costrette in una “clausura” tutt’altro
che scelta, confermassero di essersi sentite sostenute dalla preghiera dei
monasteri, specialmente quando si trattava di compiere decisioni onerose per
risollevare le comunità contagiate. Non si può negare che, dall’altro lato, le
sorelle di vita contemplativa abbiano accolto con immensa gratitudine la
testimonianza delle consorelle che hanno affrontato direttamente il
coronavirus: è una grazia, per delle monache, appartenere ad una famiglia che
può vivere il mondo sotto vari punti di vista, e di certo il telegiornale non
basta ad inquadrare una realtà tanto complessa come quella esterna alle grate.
Inoltre, è stato interessante scoprire che, per tutte, medesimo è stato il
sentire: smarrimento iniziale, incertezza e paura, superati attraverso la
preghiera più intensa, fino all’abbandono fiducioso nelle mani di Dio Padre
buono e provvidente. Per tutte è cresciuto anche il senso di Famiglia e di
appartenenza alla Piccola Casa, che ci rende più forti e serene, piene di
speranza, perché abbiamo compreso di poter attraversare insieme le vicende
della vita … “come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo
tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene” (Sal 1).
Tale senso di Famiglia, che è stato anche alimentato da una Liturgia comune e momenti di confronto informale a tavola e nel tempo libero e anche da festosi canti e balli, ha raggiunto il suo apice con l’arrivo di Madre Elda e della Vice Madre Sr. Mirella, che ringraziamo di cuore per averci regalato la loro presenza per un giorno intero.
Deo gratias!
Come esprimere il nostro Deo gratias? Tutto a Celle profumava di casa, perché i nostri occhi, apostolici e contemplativi, hanno riconosciuto l’opera della Divina Provvidenza nella nostra vita, nelle e oltre le forme che rivestono la personale chiamata di Gesù per ciascuna di noi. Insomma, “Dammi tre parole: sole cuore amore”… fuori dalla moderna metafora profana che riassume queste giornate meravigliose, ringraziamo perché abbiamo potuto sperimentare con letizia l’“Ecce quam bonum et quam jucundum habitare fratres in unum!” (Sal 133), sotto i raggi del sole estivo e alla Luce del Sole Divino.
Anche il nostro Santo, dal cielo, ha sicuramente pensato che quest’anno non ci sarebbe stata nessuna festa per lui.…Del resto egli stesso, conoscendolo, non avrebbe avanzato nessun desiderio, impegnato ad ascoltare le preghiere di tutti i suoi figli, ad intercedere per loro presso il Padre buono e provvidente…quel Padre che ci ha insegnato ad amare, ad invocare sempre, specie nei momenti difficili come quello che stiamo vivendo ….. La gioia di sapere che, nonostante le fatiche del momento, i suoi figli e le sue figlie spirituali, ma soprattutto i suoi “padroni” e le sue “perle”, cioè gli anziani, i poveri e le persone fragili accolte nelle diverse Case Cottolengo in Italia e nel mondo, sono trattati bene, stanno bene, …questo lo ricompensa già di tutto, è motivo di gioia grande….
Ma come si sa, non si “vuole bene” solo con la presenza e la vicinanza, …ci sono tanti e altri atteggiamenti con cui possiamo esprimere l’affetto, la gratitudine, la stima….e questo tempo così difficile e strano di pandemia lo dimostra. Non potendosi incontrare, la creatività dell’amore non ha comunque fermato l’entusiasmo dei giovani, degli amici e dei volontari della Famiglia cottolenghina e di quanti, fatto proprio il suo messaggio, hanno pensato comunque di far festa al Santo e testimoniarGli quanto la sua vita di fede, di speranza e carità sia importante per la loro esistenza.
Ed ecco quanto sono riusciti a”mettere in piedi” mobilitando l’universo mondo, ma…..che bellezza, che entusiasmo….e il Santo dal cielo gioisce e benedice.
Dal 29 novembre al 1 dicembre si è tenuto alla Piccola Casa di Torino un weekend in stile ‘cottolenghino’ con un gruppo di giovani.
In questi tre giorni abbiamo affrontato tre temi: la povertà, la piccolezza e la debolezza.
Siamo partiti dalle nostre esperienze perché per poter comprendere e vivere in pienezza queste tre tematiche c’è bisogno che si parta da un volto, un volto concreto. Il primo volto è il nostro perché se non riconosciamo noi stessi poveri, fragili e piccoli di fronte a Dio non possiamo essere d’aiuto per il prossimo: riconoscendoci un Nulla nelle mani di Dio possiamo essere Suo strumento vivo e ardente. Se riponiamo in Lui le nostre povertà esse potranno avere un colore nuovo, di luce.
Siamo tutti poveri ma riconosciamo la povertà dell’altro o la giudichiamo solo? Riconosciamo il povero come una creatura infinitamente amata dal Padre, l’immagine viva di Dio?
Se la riconosciamo, allora, nulla ci deve separare da loro, perché avvicinandoci ai poveri possiamo toccare con mano e cuore ardente il Corpo del Signore che soffre e vive in loro. E non vi è nulla di più bello che prenderci cura di Lui e far sentire l’altro interamente amato nella sua povertà.
Il weekend si intitolava proprio “l’amore è la spiegazione di tutto. Voglio che tu ci sia!”. L’amore di Dio è ciò che ci smuove e ci mette in moto. Siamo Amati per amare.
E’ quetso il titolo del convegno Cism-Usmi-Pastorale Vocazionale CEI a cui abbiamo partecipato dal 18 al 22 novembre a Collevalenza. Quattro giornate per riflettere, interrogare e interrogarsi, lasciarsi provocare sui temi di diversità, interculturalità, intergenerazionalità. Giornate intense e dense di contenuti ma anche, o soprattutto, ricche di amicizia e nuove relazioni, che ci aiutano a sentirci parte di una Chiesa in cammino, non come piccole isole ma come fratelli e sorelle che scoprono insieme strade nuove!
Per raccontarvi cosa abbiamo vissuto abbiamo scelto alcune immagini, e per ognuna di esse una frase che ci ha stupito e che ci siamo portate a casa.
Ho cercato di mettere insieme l’immagine della Pentecoste e pezzi di puzzle perché mi ricordano la frase di Turoldo: “sei fedele alla Chiesa se la aiuti a cambiare” per dire com’è importante che ognuno di noi, piccola tessera di un grande puzzle, mettiamo il nostro apporto intellettuale, fisico, creativo, dinamico, critico ecc, per aiutarci tutti insieme a costruire una Chiesa sempre più vicina al sogno di Dio. Tenendo presente che lo Spirito Santo ci è stato donato. Dobbiamo smettere di trovare il colpevole in ogni situazione, dobbiamo cominciare a prenderci cura del nostro modo di vivere il cristianesimo… E a prenderci cura di tutta l’umanità, non solo pensando ai nostri pochi cattolici che vengono ancora a Messa… Tenendo in mente quella frase del film Ameluk: “io non mi prendo cura degli altri perché sono cattolici loro, ma perché sono cattolico IO”
La vita è piena di differenze. Sappiamo che non siamo uguali agli altri, che ciascuno ha una propriia prospettiva. Alla base della nostra vita ci sono le differenze di lungua, cultura religione, colori… Essere umano è un processo perognuno, lo diciamo continuamente. Allora cerchiamo di vivere insieme valorizzando le diversità per costruire nuove fraternità dove ognuno perdona, condivide, si sacrifica…fino a diventare una famiglia.
LA BELLEZZA E’ ESSERE INSIEME
Siamo tutti fratelli ma diversi: per colori, capacità, cultura, età, carattere. L’importante è riconoscerci persone fragili, impegnandoci per comprendersi, aiutarsi, accettarsi e dialogare, per creare tra noi un’armonia insieme; per costruire una Chiesa e una Comunità senza divisione, giudizio, non egocentrica, come Gesù ha insegnato ai suoi disepoli.
L’altro è diverso da me. Non solo per la provenienza o la lingua. Ognuno è diverso: questa è una ricchezza perchè le potenzialità dell’altro mi aiutano a crescere, e a volte l’altro diventa un punto di riferimento. Ma a volte non capiamo tutto quello che gli altri intendono comunicarci. Ognuno ha il suo punto di vista, noi vediamo solo alcuni elementi e dobbaimo andare oltre, questo modo di vedere porta bellezza e colore nella nostra vita.
La nostra diversità è la nostra bellezza e ricchezza naturale, interculturalità e multiculturalità è un dono che dobbiamo scoprire e vivere insieme con gioia.
Gesù ci chiama a vivere insieme. Amandoci, aiutandoci, ascoltandoci, rispettandoci, accogliendoci e capendoci anche se siamo molto diverse tra noi…perchè facendo così la nostra vita diventa una meravigliosa comunione!
…cioè non è cieco ai colori… ma vede e ama ogni colore… e la vita a colori è sicuramente più bella!
“Mentre la gente, la gente non si comprende più: ogni individuo usa una lingua diversa. Babele diventa il luogo della confusione, dell’incomprensione. Bisogna imparare a capirsi di nuovo, da una lingua all’altra. A piccoli passi. Parola per parola. È un castigo certamente più blando rispetto al diluvio e allo sterminio totale che la generazione precedente si è meritata. Forse non è stato nemmeno un castigo vero e proprio, ma un modo per attestare la complessità del genere umano, per moltiplicare la sua capacità di espressione, le infinite sfumature di ogni parola in ognuna delle tante lingue del mondo. Forse è stato più un dono che un castigo, la torre di Babele.”
La diversità esprime la creatività del Creatore
Custodire…
Le singole persone: Permettere che le persone possano FIORIRE ma non SOPRAVIVERE . L’unità: La fraternità è il più CREDIBILE Vangelo che possiamo TESTIMONIARE oggi! La storia e il carisma: Il nostro Dio è il Dio della storia e la nostra fede è una fede che opera nella storia. Non c’è FEDELTA senza CAMBIAMENTO.
Custodire è il modo di servire Dio, e noi siamo chiamati a custodire i nostri fratelli e sorelle,perché si custodisce solo ciò che per noi ha un valore.
Grande festa sabato 12 ottobre alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino per la Prima professione di suor Agnese Rondi, 27 anni. Continua a leggere…
Giornate di riflessione su Giovani e Vita Consacrata alla Piccola Casa di Torino nei giorni 4-5-6 ottobre 2019. La Chiesa, nel recente Sinodo dei Vescovi su “Giovani, fede e discernimento” si è fortemente interrogata sulla realtà giovanile e Papa Francesco nell’Esortazione apostolica “Christus Vivit” invita le Comunità ecclesiali, religiose e associative a compiere un ulteriore passo in avanti nell’ascolto dei giovani e a rivolgersi a loro con parole di speranza, di fiducia e di consolazione.
La nostra Congregazione desidera accogliere le provocazioni emerse dal lavoro sinodale per:
Riflettere insieme sulla condizione giovanile attuale
Trovare nuove strade che permettano di avviare nuovi processi su come ravvivare la fede e come consegnare il Vangelo ai giovani di questo tempo
Interrogarsi su come trasmettere ai giovani la bellezza del messaggio dell’amore di Dio che trova nell’esperienza di San Giuseppe B. Cottolengo e della Piccola Casa una concreta ed attuale espressione
Lasciarci provocare dai giovani per intercettare i loro sogni ed imparare i nuovi linguaggi con cui i giovani esprimono il proprio vissuto.
Questo è un compito comune, che richiede di valorizzare le sensibilità di tutti e cercare poi delle sintesi: ecco il perché di queste giornate a cui sono invitati i religiosi cottolenghini e i giovani che incontriamo nelle diverse nostre presenze. Insieme a Papa Francesco vogliamo gridare ai giovani che Cristo è vivo e desideriamo che i giovani stessi siano i protagonisti del proprio cammino di crescita umana e spirituale, della propria gioia! Il Vangelo dell’amore di Cristo che è stato ed è la forza che ha fatto nascere e fa andare avanti questa opera di Vangelo che è la Piccola Casa, ci interpella su come aiutare le persone che accogliamo, che incontriamo e ci incontrano ad abbracciare il futuro con speranza, aiutandoli a riconoscere il senso vocazionale della propria vita.
Sabato 16 e domenica 17 febbraio con un gruppo di 18 giovani consacrati ci siamo incontrati, nelle parrocchie di Castano Primo e Buscate (MI), per vivere momenti di preghiera e di riflessioni sulla parola Grazie, ci siamo lasciati interrogare dal versetto del Vangelo di Luca 17,11-19: “uno di loro tornò indietro per ringraziare”.
Insieme a 7 seminaristi della diocesi di Milano, 5 frati cappuccini, 2 sorelle Orsoline, 2 sorelle di Maria Ausiliatrice ci siamo inseriti all’interno di una proposta vocazionale. Nelle due giornate, abbiamo incontrato i diversi gruppi parrocchiali: dai piccoli agli adulti e con loro, in modalità diverse, abbiamo raccontato la nostra esperienza vocazionale, ci siamo lasciati provocare ed interpellare dalle loro domande e noi stessi abbiamo cercato di provocare chi avevamo davanti.
Due giornate intensissime, piene di tanta gioia e impegno da parte di tutti.
Ascoltare e raccontare la propria esperienza di vita cristiana e vocazionale per noi, suore cottolenghine, è stato un’occasione di ricchezza e conferma del nostro bellissimo carisma.
Il Signore ha fatto grandi cose per noi, non ci ha lasciati mai soli. La Divina Provvidenza ci sta guidando a essere più consapevoli che da soli non arriviamo da nessuna parte.
E’ insieme che costruiamo il futuro! Perché anche noi siamo “l’adesso di Dio”, l’epifania del Signore. La comunione fraterna e la condivisione dei nostri carismi è il modo migliore per rendere presente Dio nel mondo.
Ringraziamo la Divina provvidenza che ha fatto sì che noi potessimo partecipare a questa bellissima esperienza. Ringraziamo la Congregazione che ci ha chiamate a questo servizio, ringraziamo le nostre comunità di Cerro Maggiore e Mappano, che ci hanno accompagnato con la preghiera e ci hanno permesso concretamente di assentarci dalle nostre realtà.
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