È con piacere che Vi comunichiamo che da qualche giorno è online il nuovo sito della Congregazione Suore S.G.B. Cottolengo, è possibile accedere digitando il link: www.suorecottolengo.org.
Il sito è completamente rinnovato nell’aspetto grafico e nella sua struttura, pensato per rendere immediata la comunicazione e una più facile navigazione da parte degli utenti.
In primo piano troverete tutte le varie attività inerenti alla FAMIGLIA DI VITA APOSTOLICA e di VITA CONTEMPLATIVA, all’ASSOCIAZIONE LAICI AGGREGATI e OBLATE e le notizie riguardanti la ormai prossima Beatificazione di SUOR MARIA CAROLA CECCHIN.
All’interno del menu è dedicata un’ampia sezione relativa:
alle notizie della Congregazione e della Piccola Casa della Divina Provvidenza
una rubrica riguardante l’ecologia integrale intitolata LAUDATO SI’
una sezione dedicata ai video e agli audio relativi agli esercizi e ai ritiri spirituali
La sera di sabato 1° ottobre 2022, nella Chiesa della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, si è pregato il Rosario per invocare la B.V. Maria del Santo Rosario, Patrona della Famiglia Cottolenghina.
La preghiera, rivolta ai Cinque Continenti ed in particolar modo ai Missionari Cottolenghini, ha dato avvio al Mese Missionario.
Di seguito pubblichiamo l’introduzione al Rosario Missionario:
“In questa chiesa, guardandoci intorno, possiamo scoprire dei veri affreschi di vita vissuta. Ogni pietra in questa chiesa è impregnata della vita di fede, di offerta di tante nostre Sorelle, Fratelli, Sacerdoti e Ospiti.
In questa preghiera, che apre il mese missionario, vogliamo aprire il nostro cuore al mondo intero e per questo ci lasciamo animare e condurre da Pauline-Marie Jaricot, Fondatrice della Pontificia Opera della Propagazione della Fede. Ella aveva intuito la forza della preghiera del Rosario e con la sua vita ha dato una incredibile spinta missionaria che ha permesso la fioritura di tanti evangelizzatori tra cui la nostra prossima Sorella Beata Maria Carola Cecchin. Chiediamo a Suor Maria Carola di intercedere presso il Padre perché in ciascuna di noi cresca la consapevolezza di essere evangelizzatrici e missionarie con la nostra testimonianza di vita. Preghiamo ogni decina per ciascun Continente e, in particolar modo, affidiamo al Signore i Missionari Cottolenghini”.
Sabato 24 settembre 2022 la Celebrazione alla Piccola Casa di Torino
Sabato 24 settembre nella Chiesa della Piccola Casa di Torino don Antonio Norassc ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con il ricordo dei Giubilei di Professione religiosa (50, 60, 70 anni) per un nutrito gruppo di suore cottolenghine.
Le sorelle festeggiate da martedì 13 settembre hanno trascorso una settimana di Esercizi spirituali presso la Casa di Celle Ligure (SV) e poi alcuni giorni di formazione alla Piccola Casa di Torino culminati con la Celebrazione eucaristica di sabato 24 settembre.
Di seguito l’elenco delle suore che hanno celebrato i Giubilei di Professione religiosa:
Il 2 settembre, per la famiglia cottolenghina, è un giorno importante…è il compleanno della Piccola Casa perché si fa memoria dell’ispirazione carismatica di san Giuseppe Benedetto Cottolengo a fondare la sua opera: la Piccola Casa della Divina Provvidenza.
Quest’anno la giornata ha assunto toni particolari e mondiali perché in tutte le realtà in cui è presente il carisma di San Giuseppe B. Cottolengo, si è celebrata la giornata con momenti di preghiera particolari e con eventi importanti di cui ringraziamo la Divina Provvidenza perché sono segno della benevolenza di Dio Padre per noi, suoi figli.
India: A Chikkarasampalyam, il Vescovo di Ootakamund, Mons. Arulappan Amalraj,
pone la prima pietra per la costruzione della casa delle suore.
Presenti alla cerimonia la nostra Superiora Provinciale d’Asia, sr.
Francisca, le sorelle della comunità e di comunità vicine e i fedeli
della parrocchia in cui le nostre sorelle presteranno il loro servizio.
Nei mesi precedenti nello Stato del Tamil Nadu, era stata eretta la nuova Comunità di Periavilai. Le Sorelle svolgono la loro missione nella Scuola e nella Pastorale parrocchiale.
Ecuador: Ad Esmeraldas, il nostro sacerdote cottolenghino, Mons. Antonio Crameri, fa il suo ingresso come Vescovo del Vicariato Apostolico di Esmeraldas celebrando la prima Messa nella Cattedrale di Cristo Re.
“Pregate che sia quel pastore che non ha paura della polvere e del fango e che sa farsi compagno di cammino, lungo le strade di Esmeraldas, condividendo il sudore dei poveri, le lacrime delle madri che piangono la morte violenta di un bambino o sopportano i colpi della vita…
Quel pastore che conosce i veri problemi che affliggono i poveri, per illuminarli con la forza della Parola di Dio, e trovare una soluzione in collaborazione con le autorità politiche. Quel pastore che ama le ferite di Esmeraldas e che lotta con voce profetica per guarirle Quel pastore che non teme l’emarginazione, i bisogni, le sofferenze… Quel pastore che soffre e vive con i poveri e per i poveri… Quel pastore fraterno, fratello e padre, di cui la chiesa ha tanto bisogno. E, infine, di essere… Quel pastore sensibile al benessere della casa comune; che non ha paura di denunciare abusi e corruzione… Quel pastore che è voce profetica, in difesa degli ultimi, degli emarginati, degli esclusi. Quel pastore che è combattente e insieme costruttore di comunione. Quel pastore della “missione condivisa”. E mentre tutto questo ti viene chiesto per me, chiedilo anche per tutto il mio presbiterio. Amen”.
E’ questa la preghiera che il neo Vescovo ha recitato affidandosi al Signore e alle preghiere del popolo di Dio che è in Esmeraldas.
Africa: In Kenya, nella Diocesi di Machakos, suffraganea dell’arcidiocesi di Nairobi, le nostre sorelle prestano il proprio servizio di pastorale presso il Santuario della Divina Misericordia e nel Dispensario con servizi rivolti a bambini e adulti disabili.
Italia: A Castelfranco di Sotto (PI), si apre una nuova presenza di servizio pastorale, mentre a Rescaldina (VA), dopo una interruzione di alcuni mesi, riprende la nostra presenza e attività pastorale.
Comunità di Castelfranco di Sotto (PI)
Per questi doni ringraziamo il Signore e preghiamo perché, attraverso queste nuove presenze, possiamo annunciare e testimoniare l’amore del Padre Provvidente a tutte le persone che avviciniamo, soprattutto ai più poveri. Deo Gratias
La carità operosa delle nostre Sorelle impegnate nelle missioni cottolenghine: segno e testimonianza del Caritas Christi ai fratelli e alle sorelle che vivono situazioni di fragilità e di povertà.
Dall’India
L’anno 2020 è iniziato con un evento del
tutto particolare e sarà ricordato come l’anno del Covid – 19. Le ondate di
questa pandemia che si sono susseguite nel corso di tutto l’anno hanno
cancellato la nostra gioia e, a volte, sembrava di essere tornati al XVII
secolo, al tempo del colera, al tempo del nostro Santo Cottolengo. L’India è al
2° posto per la diffusione del Covid e per il numero di morti nel mondo. La
chiesa indiana ha perso tanti sacerdoti, religiose e laici e tante persone a
noi care. Abbiamo trascorso l’intero anno sperando che ogni volta che arrivava
un’ondata di pandemia sarebbe stata l’ultima, ma non è stato così, visto che il
pericolo persiste ancora.
Ogni comunità cottolenghina in India ha avuto la propria esperienza pandemica. Infatti, la maggior parte delle nostre sorelle che prestano servizio nei collegi, nelle scuole, negli ospedali, nei centri di fisioterapia e nelle parrocchie sono state colpite direttamente o indirettamente, così come molte altre persone.Ma grazie a Dio nessuna ha avuto complicazioni ed oggi, per la grande misericordia e provvidenza di Dio, sia noi religiose come le nostre ragazze ospiti nei nostri centri per disabili sono protette da ogni pericolo, essendo vaccinate.
Nonostante la difficile situazione e le
precarie situazioni di salute, siamo state vicine a molte persone maggiormente
colpite e più vulnerabili.
Spinte dal bisogno e dal desiderio di fare
qualcosa (Caritas Christi urget nos), abbiamo condiviso con le persone quello
che avevamo; le suore con una telefonata hanno cercato di raggiungere le
persone in quarantena o ricoverate in ospedale. A volte, hanno trovato
difficile dare risposte a domande delle persone che, in un momento così
tragico, mettevano in discussione la loro fede e la speranza in Dio,
soprattutto a seguito della morte dei loro cari.
Il lockdown continuo ha distrutto il
sistema economico della società indiana, ma non solo; molte persone si sono
trovate a dover fare i conti con la fame e il non poter soddisfarla. La maggior
parte delle persone ha perso il lavoro e ultimamente molti indiani si sono ridotti
alla povertà. In questa situazione i nostri benefattori torinesi sono venuti
incontro alle nostre necessità.
Un ringraziamento speciale va alla
“Fondazione Cottolengo ONLUS” che, attraverso il progetto “Emergenza Covid
India”, ha dato un grande aiuto nell’assistere 195 famiglie, comprese qualche
nostre comunità. Attraverso questo progetto abbiamo distribuito alla gente
riso, cereali, olio, diversi tipi di farine, detersivi, medicine, ecc…
Veramente
la nostra gente aveva bisogno di tutto e ogni famiglia ha ricevuto con cuore
gioioso e senso di gratitudine quanto veniva donato loro. E noi siamo contente
di aver avuto questa possibilità di rispondere ai bisogni dei poveri attraverso
le nostre 14 comunità sparse dal sud di Kaniyakuamri al nord del distretto di
Jhansi.
Infine,
ringraziamo Dio per la Sua continua Provvidenza che sperimentiamo ogni giorno.
È facile preoccuparsi del futuro che spesso dimentichiamo il passato e quasi
ignoriamo la meravigliosa realtà che, da sempre, Dio ha realizzato per il suo
popolo e per la nostra Congregazione. Quindi, il modo in cui viviamo oggi è in
larga misura determinato da come sappiamo far tesoro del passato e da come ci
impegniamo a vivere il futuro. “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno”
(Ebrei 13, 8.). Continuando a confidare nella Sua Parola, andiamo avanti,
“AVANTI IN DOMINO”.
La nostra Sorella, sr. Marcy,
della comunità cottolenghina di Moth (India) ha ricevuto dal vescovo della Diocesi
di Jhansi, di cui fa parte la comunità, l’incarico di collaborare con don
Johnson Francis, direttore di Jhansi Catholic Sewa Samaj (JCSS), nella realizzazione
di un “censimento” sui bisogni della popolazione che vive nella estesa regione
del Bundelkhand dell’Uttar Pradesh (UP). Tale regione, costituita da sette
distretti, copre un’area geografica di circa 29.000 kmq. La maggior parte dei
distretti del Bundelkhand sono considerati arretrati e sottosviluppati, con diversi
problemi che colpiscono la vita della gente comune come la mancanza di acqua
potabile, la carenza di cibo, la deforestazione.
I programmi di azione sociale
della JCSS vengono svolti nei villaggi più remoti con l’aiuto di personale
impegnato, volontari e benefattori.
Sr Marcy collabora con un gruppo di laici/che, nel fare visita alla popolazione dei villaggi e rilevare i bisogni del luogo oltre che a sopperire, nell’immediato, ai loro bisogni. Tale azione si inserisce nel vasto campo di promozione e di sviluppo che la Chiesa in India svolge a favore della popolazione ed è espressione della più ampia e vasta azione svolta dalla Dottrina sociale della Chiesa cattolica.
Dall’Ecuador
Presso la Casa comunale di Cochapamba (un
barrio della capitale Quito) le nostre sorelle continuano l’importante e quanto
mai provvidenziale servizio di preparazione e distribuzione di borse di viveri
per le famiglie indigenti.
La pandemia, infatti, ha reso più poveri chi già viveva in precarie condizioni economiche. Le nostre sorelle di Quito, grazie anche ad un buon numero di volontari distribuiscono, ogni primo lunedì del mese, tra le 100/120 borse di viveri e le famiglie che ricevono aiuto sono circa 500.
Suor Maria Margherita della Trinità Moraschi festeggia 25 anni di Professione religiosa.
L’intera comunità monastica si è stretta attorno alla Sorella per elevare il canto di lode e di ringraziamento al Signore per questi anni di vita, vissuti nel silenzio, nella solitudine e nella preghiera continua d’intercessione al Signore per tutti i bisogni spirituali e materiali dell’intera umanità.
«La vita di clausura, – dice sr. Maria Margherita – è semplice, si nutre solo di Dio, è una vita “sprecata”, nel senso evangelico. È una vita nascosta in Cristo, un continuo rendimento di grazie, una perenne Eucaristia, in cui ciascuna sorella, nella Chiesa, si fa voce di ogni uomo. Ricordare il 25° anniversario della mia professione religiosa è occasione per rendere grazie al Dio della vita per tutti questi anni della sua grazia, della sua fedeltà. Quello che mi ha portata fino ad oggi è pura grazia. E la Grazia è anche quella di avere accanto le Sorelle del Monastero che come me, desiderano mettere la vita al servizio dei fratelli».
Il 23 novembre 2020 Papa
Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il
Decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio suor Maria
Carola Cecchin (al secolo Fiorina), religiosa professa della
Congregazione delle suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Madre Elda Pezzuto, Superiora Generale della
Congregazione Suore di San Giuseppe B. Cottolengo, nell’esprimere la propria
gioiae quella di tutte le Sorelle della Congregazione e della Piccola Casa
della Divina Provvidenzadi cui la Congregazione è parte integrante, ringrazia
il Santo Padre per questo dono che ravviva ancora di più la consapevolezza che
“la chiamata alla vita consacrata cottolenghina è veramente cammino certo di
santità un secolo fa come ora:essere donna nella Chiesa e donare tutta se
stessa nel vivere e testimoniare l’Amore di Dio per ogni uomo e donna edessere
ovunque evangelizzatrici credibili».
Suor Maria Carola fece parte di quel drappello di Suore cottolenghine
partite per andare in aiuto ai padri della Consolata in terra d’Africa.
In lei è sempre stato forte il desiderio della missione.
Dopo i primi anni di professione
trascorsi alla Piccola Casa di Torino in cui mostrò, da subito, il suo
desiderio di amare il Signore, donandosi totalmente a tutti con generosità,
tenerezza,
con cuore di “sorella e madre”, di “fedele serva dei poveri, così scriveva a Padre
Ferrero, successore del Cottolengo, esprimendo il suo desiderio di partire per
la missione: “Il pensiero che potrò in qualche modo concorrere a far dilatare
il Regno di Gesù mi riempie di riconoscenza verso di Lei e verso il Signore, io
offro fin da questo momento tutta la vita mia”.
Anche in terra africana visse le sue
giornate costantemente tesa ad amare il Signore e i fratelli, dicendo, più coi
fatti che con la parola: “Darò a tutti le mie forze finché avrò vita e poi
morirò contenta!“Sono tutte anime, sono nostre le anime di tutto il mondo,…”.
Per parlare del suo zelo, occorrerebbero
volumi… Verso le persone a lei affidate, sentiva di essere non superiora, ma
mamma… “Quanto lavorò! Non vi fu capanna, anche lontana che non sia stata
visitata, e più volte, da lei; ma il suo prezioso compito fu il nucleo delle
catecumene; quanta pazienza nell’impartire i principi della fede,
nell’abituarle alla vita cristiana. E una volta cristiane era tutta di loro,
giorno e notte, pronta sempre a confortarle, a far da madre ai loro bambini…”.
Le visite ai villaggi, la cura ai malati occupavano le giornate… E questo con
la pioggia e il sole, sempre a piedi, a contatto con gli indigeni, cercando di
parlare la loro lingua. Malattie, fame, difficoltà nella corrispondenza,
trasferimenti… tutto avrebbe potuto mettere a dura prova la fede, spegnere il
fuoco della carità, invece nulla la ferma. La fede granitica, la carità sempre
più appassionata e la certezza che “’nabônamort a pagràtut”, le dà forza e
coraggio.
L’occupazione a cui Suor M. Carola
attendeva con amore erano i catechismi in Missione e a domicilio. Quale
conforto provava e come si sentiva animata a nuovi sacrifici, nel poter dire:
“Eccoti, Gesù, sono Tue queste anime, regna in esse sovrano!”. E in quei
villaggi, dove la chiesa era ancora vuota come sentiva l’altezza della sua vocazione,
il dovere di pregare il Padrone della vigna, ed il desiderio che il seme
gettato germogliasse e giungesse presto a maturità! Era più che persuasa che
soltanto dal lavoro della grazia dipende la conversione delle anime. “Noi
lavoriamo – diceva – ci affatichiamo Gesù muove i cuori, Gesù illumina le
menti; Gesù è il gran Ladro d’amore; Egli solo sa rubare, e rubare, e rubar
bene…”.
Di suor Maria Carola possiamo
veramente dire che ella ha saputo raggiungere un livello di santità dal volto
esigente, ma affascinante, vivendo quella misura alta della santità di cui ci ha
parlato l’indimenticabile Papa San Giovanni Paolo II, la santità del
quotidiano, che è poi la scelta di ogni Cottolenghina.
E di tutte le consorelle
cottolenghine che con lei vissero l’avventura missionaria, possiamo dire che,
senza saperlo, anticiparono di molti anni quello che la Chiesa oggi, con
insistenza, chiede agli Istituti religiosi e precisamente la collaborazione, la
compartecipazione delle opere, degli sforzi, la comunione degli intenti e dei
progetti.
Si, le nostre Sorelle in Africa
seppero mettere a disposizione le loro forze di mente e di cuore, il loro
“genio femminile”, collaborando con i Padri missionari di un’altra
Congregazione.
Il 19 dicembre 2020, presso la
Chiesa della Piccola Casa di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, Vescovo della
Diocesi torinese, celebrerà una Santa Messa di ringraziamento.
«É desiderio di tutta la Piccola Casa», sottolinea ancora la Superiora generale della Congregazione delle suore del Cottolengo, «che questa Messa di ringraziamento sia celebrata e vissuta insieme alla Diocesi di Torino grazie alla quale il processo di canonizzazione ha avuto inizio». E insieme alla Chiesa universale innalziamo il nostro canto di lode…il cottolenghino Deo Gratias!
Il cambiamento, il rinnovamento, la
conversione nascono sempre da un interrogativo, dalla capacità di porsi
domande, di lasciarsi raggiungere da provocazioni…
Dalle domande nascono i desideri, le
aspirazioni, i sogni e i progetti…
Le domande generano processi per
intraprendere cammini e giungere a dare le giuste risposte, le possibili
soluzioni….
Questa domanda
dovrebbe suscitare in noi il desiderio di corrispondere al dono di Dio che è in
noi, e cioè alla chiamata, personale ed unica, alla santità che, nel suo
infinito e misericordioso amore, Egli ha desiderato, da sempre, per noi, per la
nostra gioia, per la nostra pienezza di vita.
La
nostra Sorella e Serva di Dio sr. Maria Carola Cecchin, per Grazia di Dio, ha
saputo lasciarsi afferrare dalla Carità di Cristo e vivere nella Carità di
Cristo, donandosi in un servizio caritatevole e materno ovunque: nella sua
famiglia d’origine e nella grande famiglia religiosa cottolenghina, nelle
comunità in cui ha vissuto la propria consacrazione religiosa, in Italia e
soprattutto in Africa, dove era partita come missionaria e dove vi ha “speso”
molti anni della sua vita.
Una santità del quotidiano, quella di sr. Maria Carola.
Era l’angelo
della famiglia, delle piccole cure, delle attenzioni amorose per i fratelli
e per le sorelle, sempre lieta, operosa e servizievole, attenta ad intuire ogni
loro desiderio…
Alla
Piccola Casa, si dona totalmente a tutti con generosità, tenerezza, con cuore
di “sorella
e madre”, di “fedele serva dei poveri”.Santità eroica, vissuta da lei come missionaria ovunque c’era un povero, un ammalato, un affamato, un
abbandonato che chiedeva aiuto.
“Le visite ai villaggi, la cura ai malati occupavano le giornate… E
questo con la pioggia e il sole, sempre a piedi, a contatto con gli indigeni,
cercando di parlare la loro lingua. Malattie, fame, difficoltà nella corrispondenza, trasferimenti … tutto
avrebbe potuto mettere a dura prova la fede, spegnere il fuoco della
carità, invece nulla la ferma.La fede
granitica, la carità sempre più appassionata e la certezza che “’na bôna mort a
pagrà tut”,(una buona morte ripagherà di
tutto) le da forza e coraggio”.
Alcune
testimonianze così la tratteggiano:
– Era
una donna di grande fede che sapeva trasmettere l’amore per il Signore pur
nella difficoltà della lingua, sia nel catechismo che nei rapporti con la
gente…
– La sua
fede era nutrita dalla Parola di Dio, da solide letture e da intensa preghiera
e adorazione…
– Era
certa che Dio chiama tutti ad entrare nel suo progetto di salvezza. Tutte le
sue fatiche le offriva al Signore per le anime, senza badare alla salute, al
pericolo…
Il 6
gennaio 1899, Solennità dell’Epifania e giorno della sua Professione Religiosa,
in un atto di fede e di abbandono fece al Signore questa preghiera che sembra
anticipare quanto poi visse: “Che il mio
corpo si consumi come questa cera, o Gesù, scompaia dopo aver tanto fatto e
sofferto, né di me resti traccia quaggiù
come nulla resterà di essa! Che della mia anima, come da questo lucignolo,
emani luce e calore: luce radiosa per me nella conoscenza Tua, calore infuocato
per il prossimo che dovrò amare tanto da dimenticare me stessa, per poterlo
beneficare, edificare e portare a Te, o Gesù, Amore mio Divino! A Te che scelgo
per mia porzione nel tempo e nell’eternità”.
Sr.
Maria Carola muore nel viaggio di ritorno dalla terra d’Africa e il suo corpo
viene sepolto nel Mar Rosso.
Molto si può dire del cuore materno di sr. Maria Carola….per questo lasciamo alla lettura del testo in allegato che riporta l’intervento di don Paolo Boggio, sacerdote cottolenghino, nel giorno della sua Commemorazione.
Con commozione, profonda gratitudine e preghiera al Signore, facciamo memoria di tutte le Sorelle della nostra Congregazione che hanno concluso il cammino terreno durante i tre mesi della pandemia del coronavirus. Sentiamo forte il desiderio di celebrare la loro memoria ricordando la preziosità della loro vita consacrata cottolenghina, donata e consumata per Dio e per i Poveri, fino al sacrificio della vita, compiuto nel silenzio e nella solitudine di quei tempestosi giorni del diffondersi del contagio nelle nostre comunità. In spirito di forte comunione, di vera fraternità, di grande riconoscenza e di intensa preghiera, sentiamoci unite tra il Cielo e la terra come unica Congregazione che, insieme alla Piccola Casa, eleva a Dio il suo Deo gratias per queste nostre care Sorelle, in particolare per la carissima Madre Caterina Ternavasio, ricordando di ciascuna di loro la bellezza della loro consacrazione e del loro essere vere figlie del Santo Cottolengo.
Madre Elda Pezzuto
Ecco i loro volti, che ora contemplano quello del Padre!
“Guardate a Lui e sarete raggianti” (Sal 34,5)
“Conosce il Signore la vita dei buoni. La loro eredità durerà per sempre” (Sal 37,18)
“Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d’oro è il suo vestito” (Sal 45,14)
Anche il nostro Santo, dal cielo, ha sicuramente pensato che quest’anno non ci sarebbe stata nessuna festa per lui.…Del resto egli stesso, conoscendolo, non avrebbe avanzato nessun desiderio, impegnato ad ascoltare le preghiere di tutti i suoi figli, ad intercedere per loro presso il Padre buono e provvidente…quel Padre che ci ha insegnato ad amare, ad invocare sempre, specie nei momenti difficili come quello che stiamo vivendo ….. La gioia di sapere che, nonostante le fatiche del momento, i suoi figli e le sue figlie spirituali, ma soprattutto i suoi “padroni” e le sue “perle”, cioè gli anziani, i poveri e le persone fragili accolte nelle diverse Case Cottolengo in Italia e nel mondo, sono trattati bene, stanno bene, …questo lo ricompensa già di tutto, è motivo di gioia grande….
Ma come si sa, non si “vuole bene” solo con la presenza e la vicinanza, …ci sono tanti e altri atteggiamenti con cui possiamo esprimere l’affetto, la gratitudine, la stima….e questo tempo così difficile e strano di pandemia lo dimostra. Non potendosi incontrare, la creatività dell’amore non ha comunque fermato l’entusiasmo dei giovani, degli amici e dei volontari della Famiglia cottolenghina e di quanti, fatto proprio il suo messaggio, hanno pensato comunque di far festa al Santo e testimoniarGli quanto la sua vita di fede, di speranza e carità sia importante per la loro esistenza.
Ed ecco quanto sono riusciti a”mettere in piedi” mobilitando l’universo mondo, ma…..che bellezza, che entusiasmo….e il Santo dal cielo gioisce e benedice.
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